ovvero l’utopia al comando
Enrico Gatti, solo violin
Ou-topos, ossia il “non luogo”, quel luogo che non c’è ma che desideriamo e rincorriamo nella mente e nella vita.
Per il violino - strumento ”cantante” per antonomasia, singola voce melodica rincorsa lungo il filo di quattro corde - la polifonia, il suonare, cioè, a più voci, è la sfida per eccellenza.
Fin dalle epoche più antiche i violinisti-compositori hanno cercato di ampliare le possibilità espressive di questo strumento cercando di superarne i limiti e di farlo entrare nel campo polifonico, un campo certamente più consono e naturale per strumenti come il liuto, l’organo ed il cembalo.
Se la musica strumentale è l’espressione senza parole di qualcosa che forse con le parole non si può dire, la polifonia sul violino può essere solo un “suggerimento” per l’ascoltatore, che dentro di sé potrà cogliere e ricostruire l’immagine completa del tutto.
Come dire: il sogno di un sogno…
(violin & harpsichord)
Overtura
Francesco Maria Veracini (1690-1768)
Overtura (Largo-Allegro-Adagio)
dalla sonata op.I n°1 (1721)
Capricornus
Quando il sole si trova in Capricorno la natura inclina
alla Pazienza, alla Riflessione & alla Prudenza
Jean Baptiste Senaillé (ca.1688-1730)
Preludio (Largo)
dalla sonata VI del Premier Livre (1710)
Un percorso filosofico-musicale sulle tracce del contrappunto
(string quartet)
I moderni sono come dei nani che siano montati sulle spalle dei giganti; sebbene essi abbiano così la possibilità di vedere e conoscere un maggior numero di cose rispetto agli antichi, ciò non gli deriva dalla propria statura o dall’acutezza del proprio pensiero, ma unicamente perché sollevati e portati in alto dalla gigantesca grandezza degli antichi
(Bernard de Chartres)