Comitato d’onore:
Mauro Felicori - Assessore alla Cultura e paesaggio, Regione Emilia Romagna
Lorenzo Bianconi - Università degli Studi di Bologna
Giuseppina La Face - Università degli Studi di Bologna
Elisabetta Pasquini - Università degli Studi di Bologna
Alessandra Chiarelli - Archivio Musicale della Basilica di San Petronio
Jadranka Bentini - Fondazione Zucchelli
Patrizio Trifoni - Conservatorio “G.B. Martini” di Bologna
Aurelio Zarrelli - Conservatorio “G.B. Martini” di Bologna
Jenny Servino - Museo Internazionale e Biblioteca della Musica di Bologna
Catalina Vicens - Museo di San Colombano (Collezione Tagliavini)
Francesca Pedaci - Teatro Mazzacorati 1763
Gian Enzo Rossi - Casa discografica Tactus s.a.s.
Don Stefano Guizzardi - Chiesa Monumentale di San Giovanni in Monte
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Gruppo di ricerca “Arcomelo”:
Agnese Pavanello - Musik-Akademie Basel, Schola Cantorum Basiliensis
Antonella D’Ovidio - Università degli Studi di Firenze
Enrico Gatti - Conservatorio di Bologna - The Royal Conservatoire Den Haag
Francesco Zimei - Università degli Studi di Trento - Istituto Abruzzese di Storia Musicale
Guido Olivieri - University of Texas at Austin
Marc Vanscheeuwijjck - University of Oregon - Conservatoire Royal de Bruxelles
Indice
Programma Congresso, Giovedì 28 settembre 2023 p. 4
Programma Concerto, Giovedì 28 settembre 2023 5
Programma Congresso, Venerdì 29 settembre 2023 6
Programma Congresso, Sabato 30 settembre 2023 7
Programma Concerto, Sabato 30 settembre 2023 8
Abstracts Congresso, Giovedì 28 settembre 2023 10
Abstracts Congresso, Venerdì 29 settembre 2023 13
Abstracts Congresso, Sabato 30 settembre 2023 17
Programma Concerti e Conferenza, Domenica 1 ottobre & Lunedì 2 ottobre 2023 20
GIUSEPPE TORELLI E LA MUSICA DEL SUO TEMPO A BOLOGNA
CONGRESSO INTERNAZIONALE
Bologna, 28-30 Settembre 2023
Sala Bossi, Conservatorio “G.B. Martini”
Piazza Rossini 2, 40126 Bologna
Giovedì 28 settembre 2023 |
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Conservatorio «G.B. Martini», Sala Bossi: Giuseppe Torelli Presiede: Agnese Pavanello |
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14:45 |
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Saluti e introduzione |
15:30 |
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Javier Lupianez Torelli in the Pisendel Collection |
16:00 |
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Fabrizio Longo Giuseppe Torelli: una sonata manoscritta “à violino solo” dalla rara complessità In margine: Sul creduto ritratto di Pietro Degli Antoni [breve comunicazione] |
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Pausa |
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17:30 |
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Pietro Battistoni Nuovi approfondimenti sul mistero del concerto in Re minore RV 813/ P.A.2.3.9. Chi è l’autore: Vivaldi o Torelli? |
18:00 18:30 |
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Vincent Bernhardt & Sue Ying Koang The Torellian Perfidia: a minor genre, a major influence Marta Salvatori Della musica sacra di Giuseppe Torelli |
Chiesa monumentale di San Giovanni in Monte
Giovedì 28.09.2023 - ore 21,00
Dall’arco del Signor Torelli, “virtuoso di violino”,
al tasto dell’aulico Signor Walther
Johann Sebastian Bach Preludio e Fuga in La maggiore BWV 536
(1685 - 1750)
Aria dalla Suite BWV 1068 (trascrizione di André Isoir)
Fuga su un tema di Arcangelo Corelli BWV 579
Fuga in do minore su un tema di Legrenzi BWV 574
Giuseppe Aldrovandini Pastorale (trascrizione libera di Ireneo Fuser)
(1671 - 1707)
Johann Gottfried Walther Concerto del Sig.r [Giuseppe] Torelli appropriato all’organo
(1684 - 1748) (Allegro dall’op. 8 n. 7 - Adagio e Allegro dalla Sonata a 3 A.3.3.10)
Concerto del Sig.r [Giuseppe] Torelli op. 8 n. 8 appropriato all’organo
(Vivace - Adagio - Allegro)
Concerto del Sig.r Vivaldi [RV 275] appropriato all’organo
(Allegro - Adagio - Allegro)
Johann Sebastian Bach Alla Breve BWV 589
Andrea Macinanti, organo
Andrea Macinanti si è diplomato in Organo, Clavicembalo e Canto ai Conservatori di Bologna e di Parma. Si è laureato cum laude alla Facoltà di Lettere e Filosofia dell’Università di Bologna e ha conseguito «con menzione d’onore» un Dottorato di ricerca in Filosofia della Musica all’Università di Ginevra. È docente di Organo al Conservatorio «G.B. Martini» di Bologna. Per Tactus ha registrato gli omnia organistici di Marco Enrico Bossi (in 17 CD), Ottorino Respighi e Goffredo Giarda e per Elegia di Guido Alberto Fano e Giovanni Tebaldini. Ha curato numerose revisioni critiche, tra le quali i Fiori Musicali di G. Frescobaldi, l’opera integrale per tastiera di A. Scarlatti e di G. B. Martini (Ut Orpheus), un’antologia di musica italiana per organo, l’Opera Omnia Organistica di M. E. Bossi (Carrara). Ha pubblicato uno studio sull’analisi e l’interpretazione dei Trois Chorals di César Franck (Carrara), «Fabricato alla guisa del corpo humano». L’organo come metafora antropomorfa (Zecchini), Marco Enrico Bossi. L’opera per organo (Ass. Serassi). Nel 2021 è stato insignito dal Presidente Mattarella del titolo di Ufficiale all’Ordine «Al Merito della Repubblica Italiana».
Venerdì 29 settembre 2023 |
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Conservatorio «G.B. Martini», Sala Bossi: Compositori bolognesi, Accademia Filarmonica, arti figurative Presiede: Antonella d’Ovidio |
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10:30 |
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Piotr Wilk Pietro Degli Antoni and the Bolognese Sonata for Solo Violin |
11:00 |
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Marc Vanscheeuwijck G. B. Degli Antonii’s Ricercate sopra il Violoncello o Clavicembalo (Op. I, 1687): Solos or Duets? |
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Pausa |
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12:00 |
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Nicoleta Paraschivescu Pier Giuseppe Sandoni «… a harpsichord-master and composer of some eminence» (Lecture-performance) |
12:30 |
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Enrico Gramigna Giuseppe Maria Jacchini, la scrittura orchestrale di un accademico filarmonico |
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Pausa pranzo |
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15:00 |
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Annarosa Vannoni Il ruolo dell’Accademia Filarmonica sullo sviluppo e nella diffusione europea della musica strumentale negli anni della presenza di Giuseppe Torelli |
15:30 |
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Romano Vettori Torelli e l’Accademia Filarmonica di Bologna ‐ La prassi della “Sinfonia” dopo l’Epistola nelle feste di S. Giovanni in Monte e l’attività strumentale in Accademia |
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Pausa |
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16:30 |
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Anna Bianco Giuseppe Torelli e Carlo Antonio Buffagnotti: oltre le lastre rozzamente intagliate |
17:00 |
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Irene Graziani «Parve da giovanetto portato dal capriccio al suono»: Felice Torelli fra pittura e interessi musicali |
Sabato 30 settembre 2023 |
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Conservatorio «G.B. Martini», Sala Bossi: Orchestre e strumenti a fiato Presiede: Agnese Pavanello |
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10:00 |
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Valeria Maria Rosa Mannoia I Concerti musicali op.6 di Giuseppe Torelli e la sua fortuna nei paesi transalpini |
10:30 |
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Francesco Finocchiaro I Concerti accademici dell’Accademico Formato (1708). Esperimenti di nuova musica in margine alla Scuola Bolognese |
11:00 |
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Alfredo Bernardini Pietro Ludovico Bettinozzi, compagno d’avventura di Torelli [intervento registrato] |
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Pausa Presiede: Francesco Zimei |
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12:00 |
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Federico Lanzellotti Arie con violino concertante al tempo di Torelli: strategie compositive e prassi strumentali |
12:30 |
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Simone Laghi Concerti e Sinfonie per archi a 4 e 5 parti nella Bologna di inizio ‘700 |
Chiesa monumentale di San Giovanni in Monte
Sabato 30.09.2023 - ore 21,00
L’arte di Giuseppe Torelli (1658-1709)
concerto orchestrale
Concerto à 4 in La minore op. VI n.9:
Presto - Adagio - Allegro
(Concerti Musicali Consegrati all'Altezza Serenissima Elettorale di Madama Soffia Charlotta, Elettrice di Brandemburgo...Dà Giusppe Torelli, Veronese Accademico Filarmonico, e Maestro del Concerto del A.S.
il Margravio di Brandemburgo Anspach &c., Augsburg 1698)
Concerto in Mi maggiore op. VIII n.3 con Due Violini che concertano Soli:
Vivace - Largo/Allegro/Adagio - Allegro
(Concerti Grossi Con una Pastorale per il Santissimo Natale di Giuseppe Torelli Veronese, Musico Sonatore nella Perinsigne Collegiata di S. Petronio di Bologna, & Accademico Filarmonico, Bologna 1709)
Enrico Gatti – Mojca Jerman, Violini Soli
Sinfonia in Re maggiore con due Trombe et altri Stromenti
A.5.1.9 (GieT 23.Re):
Allegro - Largo - Allegro/Adagio - Allegro
Jean-François Madeuf – Igino Conforzi, Trombe
(Archivio Musicale della Basilica di San Petronio, Bologna)
Concerto in La minore à 4 Violini Concertanti
A.11.1.15 (GieT 51.La min.)
Largo – Allegro - Largo - Allegro
Enrico Gatti – Mojca Jerman – Joanna Dobrowolska – Fabrizio Longo, Violini Soli
(Archivio Musicale della Basilica di San Petronio, Bologna)
****************
Concerto à 4 in Fa maggiore op.VI n.8:
Adagio - Allegro - Adagio - Allegro
Concerto in Do minore op. VIII n.8 con Un Violino che concerta Solo:
Vivace/Adagio - Adagio - Allegro
Enrico Gatti, Violino Solo
Concerto in Re maggiore con due Trombe e Stromenti
A.5.1.10 (GieT 24.Re):
Allegro - Largo e staccato - Presto - Adagio e spicco - Allegro
Jean-François Madeuf – Igino Conforzi, Trombe
(Archivio Musicale della Basilica di San Petronio, Bologna)
Sinfonia à 4 in La minore
A.11.1.25 (GieT 45.La min.):
Largo ma spiritoso - Allegro - Grave – Allegro
(Archivio Musicale della Basilica di San Petronio, Bologna)
Sinfonia in Re maggiore per 4 Trombe e orchestra
A.7.1.1 (GieT 25.Re):
Largo, ma andante - Presto - Adagio e staccato - Allegro
(Archivio Musicale della Basilica di San Petronio, Bologna)
Jean-François Madeuf – Igino Conforzi – César Navarro Escarabajal – Simeon Bruno, Trombe
Orchestra barocca del Conservatorio “G.B. Martini”
con strumenti d’epoca
Violini I:
Enrico Gatti, Joanna Dobrowolska, Julia Kim, So-Yeong Baik
Violini II:
Mojca Jerman, Fabrizio Longo, Lucrezia Nappini, Agostino Attianese
Viole:
Darya Filippenko, Gilberto Ceranto junior
Violoncelli:
Viola Mattioni, Alessandra Fiorinda Giovannoli, Marc Vanscheeuwijck
Violone:
Silvia De Rosso
Clavicembali:
Michele Barbieri, Giovana Ceranto
Trombe:
Jean-François Madeuf, Igino Conforzi, César Navarro Escarabajal, Simeon Bruno
Maestro di concerto:
Enrico Gatti
Enrico Gatti, allievo di Chiara Banchini e Sigiswald Kuijken, nel corso della sua attività concertistica si è esibito in tutta l’Europa, Canada, U.S.A., America del Sud, Russia, Giappone, Korea ed Australia, collaborando con La Petite Bande, l’Ensemble 415, Concerto Palatino, Hesperion XX, La Real Cámara, come primo violino de Les Arts Florissants, Les Talens Lyriques, Taverner Players, The King’s Consort, Bach Collegium Japan, Ricercar Consort, Concerto Köln, ARTEK (New York), De Nederlandse Bachvereniging e “Les Muffatti” (Bruxelles), con direttori come Gustav Leonhardt e Ton Koopman. Dirige l’ensemble “Aurora”, da lui fondato in Italia nel 1986. Numerose sono le incisioni discografiche e radiofoniche che sono state spesso segnalate dalla critica specializzata e gli hanno valso, fra gli altri, il Premio internazionale del disco “Antonio Vivaldi” (1993 e 1998), il Preis der Deutschen Schallplattenkritik e più volte il “Diapason d’or”.
Enrico Gatti è professore al Conservatorio Reale de L’Aia e titolare della cattedra di violino barocco presso il Conservatorio “G.B. Martini” di Bologna. La sua collaborazione in qualità di docente è stata richiesta da numerosi istituti di tutto il mondo. E’ impegnato in una costante attività di ricerca ai fini della riscoperta e valorizzazione del patrimonio musicale italiano, è membro della commissione scientifica che cura l’edizione nazionale dell’opera omnia di Alessandro Stradella. Ha figurato fra i membri della giuria di importanti concorsi di musica antica ed è stato dal 1997 al 2005 direttore artistico dei corsi internazionali di Urbino. Nel 2010 e nel 2017 è stato presidente di giuria del Premio Bonporti a Rovereto. Enrico Gatti è cittadino onorario di Fusignano, patria di Arcangelo Corelli, ed è stato presidente del Comitato Scientifico che ha curato l’organizzazione del congresso internazionale di studi “Arcomelo 2013”, che nel novembre 2013 ha celebrato il tricentenario della morte del musicista fusignate. Per l’occasione ha riportato alla luce 12 sonate inedite di Corelli. Per il 2023 ha lanciato un nuovo progetto di ricerca su Giuseppe Torelli.
Giuseppe Torelli e la musica del suo tempo a Bologna
ABSTRACTS
Giovedì 28 settembre 2023 |
Conservatorio «G.B. Martini», Sala Bossi: Giuseppe Torelli
15:30 Francisco Javier Lupiáñez Ruiz
Torelli in the Pisendel collection
Johann Georg Pisendel, concertmaster of the Dresden orchestra in the early 18th century, was one of the most acclaimed virtuosos of his day. He was also an avid and meticulous collector of music. His personal music collection, known as Schrank II, contains some 2,000 manuscripts collected throughout his life. The Pisendel collection is not only a sample of what was played in Dresden, but also testifies to his personal musical life, preserving, among many other things, scores from his student days in Ansbach with Torelli and Pistocchi between 1697 and 1703.
This lecture will take us down two interesting paths: The study of Torelli's works in Dresden will show us an interesting panorama of the interpretation of Torelli's works in Dresden well into the 18th century and the early influence of the Italian style in Pisendel, which later, along with Vivaldi's style, formed the basis of the new German mixed style. In addition, the study of other manuscripts preserved in the collection will allow us to identify part of the corpus of manuscripts that Pisendel brought back from Ansbach and that he copied or obtained during his studies with Torelli. Among these scores, Pisendel's copy of the trio sonata for violin, cello and continuo RV 820, Vivaldi's earliest known work, stands out. The RV 820, which shares striking similarities with Torelli's trio sonata PasT A.4.2.2 (also preserved in Dresden) seems to show a new direct connection between Vivaldi (also Pisendel's teacher) and Torelli.
Francisco Javier Lupiáñez Ruizhas a doctorate in musicology (laureate) and master’s degree (with distinction) in baroque violin. He has published several articles and has given lectures all over Europe. Javier discovered new works by Vivaldi and Pisendel. He is currently working on a new catalogue of works by Pisendel. As a performer he holds several international awards and has performed all over Europe, Japan, and the US.
16:00 Fabrizio Longo
Giuseppe Torelli, una sonata manoscritta “à violino solo” dalla rara complessità
Tra le sonate per violino e basso composte da Giuseppe Torelli, spicca una composizione le cui due testimonianze conosciute sono custodite alla Staats und Universitätsbibliothek di Dresda e nell’archivio di San Petronio di Bologna; la data di stesura dei due manoscritti non è nota anche se si osserva come le differenze che li contraddistinguono ne lascino immaginare un percorso di redazione almeno parzialmente autonomo. La composizione presenta rara complessità della struttura rispetto ad ogni altra testimonianza per violino e basso lasciataci dall’autore e colpisce per le difficoltà tecniche che presenta in cui si evidenzia ampio ricorso alla polifonia. Ulteriore interesse giunge da quelle similitudini che ne avvicinano lo stile alla Parte Prima dell’Op. V di Arcangelo Corelli; si ricordano in particolare il movimento introduttivo sostanzialmente libero, gli ampi fugati e la “fuga di semicrome” a ridosso del tempo conclusivo.
Sorgono diverse domande: l’opera anticipa le composizioni corelliane del 1700, vi si ispira o si sviluppa sul medesimo humus bolognese/romano in cui si coniugava un linguaggio violinistico veneto con un uso osservato del contrappunto? E ancora: il fatto che l’opera non sia confluita in una stampa dipende forse dalla componente virtuosistica? Le fonti utilizzabili per dare risposta sono quelle dell’epoca e di periodi vicini: le sonate di Pegolotti, Colombi/Lonati, Corelli, Cazzati, Geminiani... e ovviamente gli studi che negli anni si sono svolti sull’evoluzione delle forme e degli idiomatismi del violino. La conferenza verrà scandita dall’esecuzione di esempi al violino barocco a cura del relatore.
Fabrizio Longo si è diplomato in violino con il massimo dei voti sotto la guida di Luigi Fusconi; ha poi seguito corsi e master classes relativi alla prassi esecutiva barocca studiando con Enrico Gatti e Luigi Rovighi. Ha pubblicato saggi, voci, articoli ed edizioni critiche relativi partecipando a giornate di studi, convegni e seminari. Ha inciso da solista, tra i vari, per Tactus e Dynamic. Frequenta l’ultimo anno del corso di dottorato al PIAMS di Milano.
17:30 Pietro Battistoni
Nuovi approfondimenti sul mistero del concerto in Re minore RV 813/ P.A.2.3.9. Chi è l’autore: Vivaldi o Torelli?
L’enigma relativo alla paternità del concerto per violino e orchestra a cinque parti in Re minore, per anni, ha destato la curiosità degli studiosi. Precedentemente inventariato fra i lavori spuri come RV Anh. 10, questo concerto entra a far parte del catalogo vivaldiano nel 2007 come RV 813; nello stesso anno viene ad essere compreso nel catalogo tematico delle composizioni di Torelli con il numero P.A.2.3.9.
Replicando ai diversi dubbi sollevati nel corso degli anni riguardo all’attribuzione torelliana, si propone una nuovo esame di questa composizione, i cui risultati dimostrano come la paternità di Torelli possa essere perfettamente plausibile, se non da preferire. Vengono esposti nuovi elementi di analisi: legami tematici tra questo concerto ed altri lavori di certa attribuzione torelliana; analogie con altre composizioni di Torelli per quanto riguarda la struttura formale; evidenze stilistiche relative alla scrittura idiomatica per violino che pongono questa composizione in parallelo con altri lavori dello stesso Torelli, in particolare quelli copiati da J. G. Pisendel; elementi di scrittura che stonano con lo stile vivaldiano; citazioni di questo lavoro riscontrate in opere di G. Valentini, compositore legato all’ambiente bolognese.
Questa indagine prende in considerazione anche elementi extra musicali relativi alle fonti primarie, quali l’affidabilità dell’intestazione a favore di Torelli per mano del collezionista Nicolò Sanguinazzo, e alla fonte collaterale – la trascrizione di J. S. Bach ed il ruolo che ha esercitato su di lui l’influenza di J. G. Walther e J. G. Pisendel, entrambi legati al maestro veronese.
Pietro Battistoni, nato a Verona nel 1992, consegue il Diploma di Violino v.o. presso il Conservatorio “E. F. Dall’Abaco” di Verona nel 2011 con Vinicio Capriotti. Intraprende quindi lo studio del violino barocco con Enrico Parizzi conseguendo nel 2016 il Biennio con il massimo dei voti presso il Conservatorio di Verona, e successivamente il Bachelor nel 2019 e il Master nel 2021 presso il Conservatorio Reale dell’Aia (Paesi Bassi) con Enrico Gatti. Svolge una regolare attività concertistica con diverse formazioni orchestrali e cameristiche in tutta Europa.
18:00 Vincent Bernhardt & Sue Ying Koang
The Torellian perfidia, a minor genre, a major influence
According to some scholars, the concerto cadenza originated from a type of brilliant and virtuoso instrumental writing: that which is usually called “perfidia,” in reference to three isolated movements by Giuseppe Torelli. But what are these pieces, often mentioned in musicology and rarely played? And where does this term come from?
Initially linked to a contrapuntal constraint, perfidia underwent a mutation in Torelli’s time, followed by a phenomenal expansion. Characterised by the use of rapid and repeated figures, most often in arpeggios and on an accompanying sustained note, this writing constitutes one of the most remarkable contributions of the Bologna master. And if perfidia is nowadays linked to the figure of Torelli in musicological literature, it hardly seems surprising that his pupils also illustrated this technique: Johann Georg Pisendel of course, but also Bartolomeo Bernardi. As for Vivaldi, his early works show a direct kinship with some of Torelli's compositions, especially in their use of the perfidia idiom.
However, it seems that perfidie are in fact quite exceptional in Torelli’s work: it is in fact a relatively marginal type of writing in this composer who experienced a decisive development in the history of instrumental music. We shall therefore sketch a brief history of this sub-genre and attempt to clarify Torelli’s role in its emancipation.
Vincent Bernhardt (harpsichord, organ, musicology) and Sue-Ying Koang (violin) are active as a duo. Their first recording “Dalla biblioteca di Vivaldi?” was dedicated to a manuscript copied by Pisendel, in which Vincent discovered an unknown Vivaldi sonata. Two albums with manuscript works by Torelli will be released soon, one with sonatas for violin and continuo and the other one with trio sonatas.
18:30 Marta Salvatori
Della musica sacra di Giuseppe Torelli
Le pubblicazioni riferite alla musica sacra di Giuseppe Torelli sono ancora incomplete, alcune parti della sua produzione sacra risultano perdute e altre di difficile reperimento. I testimoni dei quali questo lavoro si vuole occupare sono quelli riguardanti il salmo 70 (69) Domine in adjuvandum me festina, la cantata Lumi Dolenti, tre mottetti Ite procul abite, O fideles modicum, Totus orbis umbra e due arie scritte per La passione di Cristo di Giacomo Antonio Perti.
L’approccio del lavoro è stato, in prima istanza, quello di analizzare i testimoni rinvenuti. È stato necessario trovare i manoscritti delle opere conservati nelle diverse biblioteche europee. La seconda esigenza è stata quella di porre l’attenzione su questioni di natura testuale nelle composizioni esaminate. Non sempre la comprensione del testo è stata immediata. E stato altresì fondamentale a questo elaborato l’inquadramento storico delle composizioni, con particolare riferimento alla musica sacra coeva all’autore, in particolare quella del suo maestro, Giacomo Antonio Perti. Il lavoro rivela la necessità di approfondire lo studio di Giuseppe Torelli per quello che concerne la sua produzione sacra ed eventualmente disporre in futuro le edizioni critiche per i manoscritti inediti.
Marta Salvatori si è laureata al Dams con una tesi di Etnomusicologia (con borsa di studio per ricerche all’estero). Ha conseguito il triennio di musica elettronica, dopo aver conseguito l’VIII anno di violoncello, il biennio di Direzione di coro e il diploma in Didattica della musica. È docente in ruolo di Storia della musica e Musica d’insieme presso il Liceo Musicale della Spezia. Relatrice a convegni nazionali ed internazionali di musicologia ed etnomusicologia.
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Venerdì 29 settembre 2023 |
Conservatorio «G.B. Martini», Sala Bossi: Compositori bolognesi, Accademia Filarmonica, arti figurative
10:30 Piotr Wilk
Pietro Degli Antoni and the Bolognese sonata for solo violin
Just before Giuseppe Torelli's arrival in Bologna, Pietro Degli Antoni was the most prominent composer of local instrumental music. Unlike Torelli, he made no contribution to the development of the new genre of the concerto, but his Op. 1, 3, 4 and 5 appear as outstanding examples of sonatas and suites for solo violin. Although in the twentieth century this work was occasionally the subject of a few publications (H. Mishkin, W. Apel) and unpublished master's theses (L. Ferretti; M.R. Cusmà Piccione), it still does not find its due interest among musicologists and musicians. In the light of the sources preserved today, Pietro Degli Antoni left the most violin sonatas among all composers active in Bologna in the 17th century. His 20 sonatas from Op. 4 (Bologna 1676) and op. 5 (Bologna 1686) against the background of similar works by his Bolognese colleagues working at the turn of the 17th and 18th centuries (G. Torelli, A. Corelli, G. Jacchini, C.B. Rozzi, G. Predieri, C. Mazzolini, B. Bernardi), are striking for their extraordinary originality and high level of compositional technique. This comparison leads to interesting conclusions about the changes in the musical language and violin technique that took place between the generation of Degli Antoni and Torelli, as well as the stylistic differences between the sonata for violin with organ and the sonata for violin with cello.
Piotr Wilk (Habil. 2015, Ph.D. 2001) is an Associate Professor of musicology at the Jagiellonian University in Kraków. His research focuses on Italian instrumental music from the 17th and 18th centuries. He is the member of the Scientific and Editorial Boards of the Encyklopedia Muzyczna PWM and of the Complete Works of Henryk Wieniawski. He has been the editor in chief of the journal Musica Iagellonica since 2017.
11:00 Marc Vanscheeuwijjck
G. B Degli Antonii’s Ricercate sopra il Violoncello o Clavicembalo (Op. I, 1687): Solos or Duets?
Ever since Francesco Vatielli’s 1913 article on the earliest literature for violoncello, the twelve Ricercate of 1687 by Degli Antonii have been considered the very first such collection of pieces for cello solo, even anticipating the seven Ricercari of Domenico Gabrielli (Ms. Of 1689) and the twelve sonatas published in Parma (1691) as the Trattenimento musicale sopra il violoncello a solo by Domenico Galli. Various Baroque cellists have recently recorded some or all of the Ricercate on cello solo, and there is a heavily “corrected” modern edition by Lauro Malusi (1976), now fortunately superseded by my own (out-of-print) 2006 facsimile for Forni and Alessandro Bares’s 2008 Musedita edition. However, except for a handful of scholars who are aware of the existence of a violin part to the Ricercate, preserved in a manuscript at the Biblioteca Universitaria Estense in Modena, no one (especially cellists) has yet excluded the compositions from the repertoire for cello solo. Although the manuscript contains an exact copy of the printed cello part, and the violin part exist in no other source, scholars and performers are still reluctant to consider the pieces to be duets for violin and cello or harpsichord.
In this paper I present a variety of documents of biographical interest, which help us understand the place of such compositions within Degli Antonii’s musical output, as well as evidence (practical, stylistic, and paleographical) that it would have made little sense for this organist-composer to have published pieces for solo cello in 1687. I also propose to resolve problems of the violin part’s authenticity by comparing the compositions and their stylistic features to Degli Antonii’s Opus V (1690) Ricercari for violin and cello and to similar pieces by his contemporaries in Bologna and Modena. Finally, I make the case that even when performed on violin and cello, as I will show that they should be, the cello part should most probably be played on a small-type five-string violoncello.
Marc Vanscheeuwijck, belga di nascita, è musicologo e violoncellista specializzato nello strumento Sei-Settecentesco. Dal 1995 al 2022 ha vissuto negli Stati Uniti, dove è stato professore ordinario e titolare della cattedra di musicologia (Rinascimento, Barocco, periodo classico, prassi esecutiva della musica antica e violoncello barocco) all’Università dell’Oregon. Viene tuttora regolarmente invitato come professore ospite in varî conservatorî europei e insegna violoncello barocco al Conservatoire Royal di Bruxelles. Ha pubblicato vari lavori sulla musica sacra a Bologna e sulla storia e il repertorio del violoncello nel ‘6-‘700. Come violoncellista continuista partecipa in svariati complessi di musica antica ed ha registrato una quindicina di CD.
12:00 Nicoleta Paraschivescu
Pier Giuseppe Sandoni: «… a harpsichord-master and composer of some eminence»
In this lecture-performance I will address the harpsichord works and further compositions of the Bolognese composer Pier Giuseppe Sandoni (1683-1748) highlighting connections to Giuseppe Torelli and Johann Sebastian Bach. The two Allemandes BWV 836 and BWV 837 from the Clavierbüchlein of W. F. Bach (1720) have been recently identified in a previously unknown manuscript source entitled Lessons for the Harpsichord | By | P Gios Sandoni in the Mackworth Collection of the Cardiff University Library. Both pieces are part of a three-movement suite that can clearly be attributed to Pier Giuseppe Sandoni.
Sandoni learned his musical craft from Angelo Predieri and Giovanni Bononcini (counterpoint) and Francesco Antonio Salardi (harpsichord and organ). In 1700 he was admitted to the prestigious Accademia Filarmonica as an organist. He composed church music, oratorios, and some operas, but was above all a sought-after harpsichordist, teacher, composer, and improviser. In 1706, he published a four-movement trio sonata in a collection of twelve instrumental pieces printed in Bologna (Corona di dodici fiori armonici). Among the other authors of this collection are illustrious names of the time, most of them members of the Accademia Filarmonica: Giuseppe Torelli, Giuseppe and Giovanni Andrea Alberti, Tomaso Vitali and Niccolò Laurenti. He eventually moved to London and by 1719 G. F. Handel had signed him up for his newly founded operatic venture, his Royal Academy of Music, where Sandoni not only appeared as a harpsichordist but also assisted Handel in selecting Italian singers for his company.
In my lecture-performance I would like to present the music of this versatile Bolognese composer and perform some of his works on the harpsichord.
Nicoleta Paraschivescu teaches the organ at the Musik-Akademie in Basel. She holds a Ph.D. from the University of Leiden and was awarded the 2016 hibou-Stiftung Prize. She has performed at leading festivals in many European countries and is the director of the Ensemble La Floridiana. Numerous world-premiere recordings for SONY (dhm). Her publications include articles in the Bach-Jahrbuch, University of Rochester Press (NY), and Schwabe-Verlag. www.nicoletaparaschivescu.com
12:30 Enrico Gramigna
Giuseppe Maria Jacchini, la scrittura orchestrale di un accademico filarmonico
Durante l’ultimo scorcio del Seicento e il nascere del Settecento a Bologna si affermò, in ambito musicale, una figura che oggi risulta assai poco conosciuta. Giuseppe Maria Jacchini (1667-1727) fu, infatti, un musicista di spicco del panorama felsineo come dimostrano il titolo di Principe dell’Accademia Filarmonica del 1709, cui era affiliato dal 1688, e la carica di violoncellista che ricoprì stabilmente fin dal 1689 presso la Cappella Musicale della Basilica di San Petronio.
Le tracce del suo operato giunte fino a oggi dimostrano la grande attenzione del compositore verso il contesto nel quale lavorava. Anche se le sue opere a stampa appaiono come normali composizioni diffuse in area bolognese, celano tra le loro pieghe una cifra tipica della scrittura jacchiniana che vede il violoncello non come mero sostegno del basso continuo, ma anche come strumento concertante. Aderente all’uso petroniano, Jacchini considerò, inoltre, per le sue composizioni, le trombe, non solo in brani specificamente ideati per la musica nella Basilica, ma anche in alcuni dei suoi Trattenimenti per camera op. 5.
La relazione propone, perciò, un’indagine intorno alla vita e alla concezione dell’orchestra di Giuseppe Maria Jacchini, il cui stato dell’arte è ancora acerbo, con un’attenzione particolare verso la scrittura orchestrale nella quale trombe e violoncelli si affermavano guadagnando spazi crescenti nella Bologna di Colonna e Perti.
Enrico Gramigna è violinista, laureato in Discipline della Musica del Teatro e dottorando in Lettere, Lingue e Arti presso l’Università di Bari, e suona con diverse orchestre. Ha inciso per Arcana Outhere e Urania Records. Sue edizioni critiche sono uscite per Musedita e Da Vinci. Ha partecipato a convegni organizzati da Centro de estudios musicais setecentistas de Portugal, Saggiatore Musicale e Società Italiana di Musicologia.
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15:00 Annarosa Vannoni
Il ruolo dell’Accademia filarmonica sullo sviluppo e nella diffusione europea della musica strumentale negli anni della presenza di Giuseppe Torelli
Nel 1666, a Bologna, apre i battenti l’Accademia Filarmonica che in breve tempo diventa fulcro della vita musicale cittadina. Da subito diventa un punto di riferimento per i musicisti professionisti non solo emiliani ma anche italiani ed europei. Sul finire del secolo e nei decenni a venire l’Accademia acquista grande fama attraverso i suoi aggregati, che diffondono le nuove conquiste della musica strumentale e vocale. Fra questi un ruolo di spicco lo ricoprì Giuseppe Torelli che fu aggregato prima come suonatore (1684) e poi come compositore.
Lo studio proposto intende analizzare la presenza di strumentisti e compositori negli anni 1670-1710 indagando oltre alla loro presenza numerica anche quali incarichi ricoprirono all’interno dell’istituzione. Nello specifico si vuole mettere in evidenza il ruolo di Torelli, soprattutto la carica ricoperta come compositore di sinfonie (messe e vespro) per le feste in onore del santo protettore (S. Antonio da Padova) che lo vide coinvolto per diversi anni esercitando, all’interno dell’Accademia, una prerogativa che non ha precedenti. Il suo impegno come ‘compositore da sinfonie’, categoria inferiore rispetto a quella di compositore di musica vocale porterà l’Accademia a provvedere, negli Statuti del 1721, alla separazione delle carriere.
Il percorso di ricerca si fonda su documenti accademici in buona parte inediti che a tutt’oggi non sono stati oggetto di uno studio sistematico. Tali materiali appartengono sia all’archivio storico della Filarmonica sia al fondo musicale antico donato dal fondatore Vincenzo Maria Carrati e accresciuto poi dagli accademici stessi. Queste fonti verranno poi confrontate con la miscellanea martiniana e la cronologia del Penna.
Annarosa Vannoni partecipa a progetti di ricerca sulla valorizzazione delle fonti musicali e a convegni nazionali e internazionali. Ha pubblicato numerosi saggi alcuni dei quali su musicisti del XVI e XVII secolo e trascritto musiche soprattutto del periodo barocco. È stata responsabile della biblioteca e archivio storico del Conservatorio di Bologna presso il quale ha insegnato ‘Bibliografia e metodologia della ricerca musicale’.
15:30 Romano Vettori
Torelli e l’Accademia Filarmonica di Bologna - la prassi della “sinfonia” dopo l’Epistola nelle Feste di S. Giovanni in Monte e l’attività strumentale in Accademia
La figura di Giuseppe Torelli rappresenta uno dei vertici della musica strumentale italiana dell’epoca, ed ebbe nell’Accademia Filarmonica il suo punto di riferimento. La festa in onore del protettore spirituale Sant’ Antonio in S. Giovanni in Monte era un avvenimento di altissima risonanza, annuale vetrina ufficiale per i musicisti professionisti affiliati all’accademia. A partire dall’analisi dei verbali, degli inventari degli strumenti, e di altri documenti dell’archivio filarmonico, si propone una lettura – o una rilettura più attenta – delle circostanze che stanno alla base di questa consuetudine, ivi compresi gli “esercizî” accademici settimanali, le dispute teorico-musicali e il significato della congregazione interna del “Suffragio”, un’appartenenza che tra l’altro permette di risalire spesso con precisione agli estremi biografici degli accademici. La “sonata” o “sinfonia” dopo l’Epistola in particolare, di cui Torelli fu uno dei massimi protagonisti, rappresenta il coagularsi di uno stile esibito orgogliosamente nelle Feste in S. Giovanni in Monte ed il progressivo ruolo riconosciuto ai compositori strumentali, che portò all’istituzione di una classe accademica apposita, cui ambì anche il compositore F. A. Bonporti.
Romano Vettori ha affiancato agli studi classici quelli musicali. Laureato in Discipline della Musica e Dottore di Ricerca in Musicologia presso Università di Bologna, ha pubblicato saggi su riviste e in collane musicologiche. Svolge anche attività artistica (Accademia di Musica Antica, Premio Bonporti), con incisioni di opere rare e inedite (Viadana, Cavalli, De Kerle). Già docente di Storia della Musica e Direzione di Coro e Repertorio Corale nei Conservatori di Musica è Archivista dell’Accademia Filarmonica di Bologna.
16:30 Anna Bianco
Giuseppe Torelli e Carlo Antonio Buffagnotti: oltre le lastre rozzamente intagliate.
Le prime documentabili prove grafiche di Carlo Antonio Buffagnotti (1660-c. 1717) sono principalmente dedicate alla musica, e nella gran parte delle antologie di sua mano si trovano composizioni di Giuseppe Torelli (1658-1709). Gli esempi più conosciuti sono l’Opera IV del compositore veronese, ovvero il Concertino per Camera a Violino e Violoncello (I-Bc CC.26) e la curiosa raccolta delle Sonate per camera a Violino e Violoncello di vari autori (I-Bc DD.32) di cui si è recentemente rinvenuto il frontespizio originale con interessanti note manoscritte. In entrambe le edizioni Buffagnotti dà prova delle sue abilità di intagliatore e sfoggia il suo nutrito campionario iconografico nel campo dell’ornato, dell’architettura e del paesaggio appresi nel contesto della scuola di Domenico Santi (1621-1694), dagli inizi degli anni 80 del Seicento.
Nelle raccolte Sonate a violino e violoncello di Vari Autori (I-Bc DD.30) e Sonate a tre di vari autori (I-Bc DD.31) compaiono composizioni Torelliane. Sebbene definite dal Gaspari di mediocre fattura, letteralmente “rozzamente intagliate”, anche queste edizioni, quasi per nulla decorate (o decorative), sono da considerarsi all’avanguardia se confrontate con le edizioni coeve bolognesi, stampate a caratteri mobili. Porta la firma di Torelli anche la breve composizione strumentale a violino e continuo che apre la maestosa raccolta di cantate e disegni per Francesco II d’Este (I-MOe mus.c.312) realizzata interamente a penna su pergamena.
Il presente contributo analizza incisioni e disegni realizzati da Carlo Antonio Buffagnotti per Giuseppe Torelli, evidenziandone il carattere innovativo, ed individuando il contesto nei quali l’eclettico artista ed il compositore si trovarono a collaborare.
Anna Bianco, conseguito il diploma di laurea in Storia dell'Arte Moderna a Milano (BA) e ad Amsterdam (MA), é attualmente dottoranda a Leiden, dove indaga le decorazioni dei manoscritti di cantate secolari italiani del XVII secolo. Da diversi anni é curatrice della collezione d´arte grafica del Prof. Ton Koopman.
17:00 Irene Graziani
«Parve da giovanetto portato dal capriccio al suono»: Felice Torelli fra pittura e interessi musicali
È Pellegrino Antonio Orlandi (1704), prima fonte su Felice Torelli (Verona, 1667 – Bologna, 1748), a riferire della sua giovanile inclinazione per la musica, e di quella del fratello Giuseppe, all’opposto, per la pittura: «ma riuscendo all’uno ed all’altro stranieri que’ principi cambiarono partito». Lo scambio nella pratica delle arti allude a una comune radice estetica e soprattutto ad un eguale grado di dignità da attribuire alle due professioni, del musicista e del pittore, che porteranno entrambi i fratelli Torelli ad affermarsi nel proprio settore, anche a livello accademico.
Nel contributo verranno ripercorsi i momenti di maggior prossimità fra le due carriere, soprattutto con riferimento agli esordi bolognesi di Felice, favoriti dai contatti del fratello con il pittore Giovan Gioseffo Dal Sole (Bologna, 1654 – 1719), con il “musico” Francesco Antonio Pistocchi (Palermo, 1659 – Bologna, 1726) e con le corti tedesche. Alla medesima temperie dovrebbe risalire il Ritratto di Giuseppe Torelli, “suonatore di violino e accademico”, conservato presso il Museo della Musica di Bologna, dubitativamente attribuito da Angelo Mazza (2018) alla moglie di Felice, la pittrice Lucia Casalini (Bologna, 1677 – 1762), sposata nel 1701, che al pari del marito fu allieva di Dal Sole.
Irene Graziani è professoressa associata presso l’Università di Bologna. Il suo ambito privilegiato di studi è la pittura bolognese del Settecento. Si è inoltre interessata al fenomeno della donna artista.
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Sabato 30 settembre 2023 |
Conservatorio «G.B. Martini», Sala Bossi: Orchestre e strumenti a fiato
10:00 Valeria Mannoia
I Concerti musicali op.6 di Giuseppe Torelli e la loro fortuna nei paesi transalpini
I Concerti musicali op. 6 (1698) di Torelli possono essere definiti come la terza raccolta più significativa per la nascita del concerto strumentale, insieme all’op. VI di Corelli e all’op. III di Vivaldi. La giusta considerazione che Michael Talbot diede alla raccolta in The Concerto Allegro in the Early Eighteenth Century (1971) e nella recensione all’edizione critica dei concerti curata da John Suess (2002) ribalta la scarsa considerazione di cui godette l’op 6 presso la musicologia del XX secolo, tanto da non essere citata nello studio tematico su Torelli di Giegling (1949). Eppure, i Concerti musicali contengono alcuni tratti caratteristici che furono fondamentali per l’evoluzione del concerto strumentale, non solo perché propone i primi due concerti con violino solista, ma anche perché essi anticipano il principio del Fortspinnung (Fisher 1915).
I Concerti musicali op. 6, così come i dispersi Capricci musicali per camera op. 7, furono composti ad Ansbach dove Torelli fu a servizio dal 1697 al 1700, e costituiscono una parte significativa del repertorio da camera – vocale e strumentale - eseguito alla corte del margravio Giorgio Federico II sotto la direzione dello stesso Torelli. L’altisonante dedica della raccolta a Sofia Carlotta, consorte del principe elettore del Brandeburgo, potrebbe sottintendere un omaggio musicale così come l’allusione alla ricerca di un prestigioso incarico presso la corte della sovrana illuminata. L’ampia circolazione della raccolta, in tre edizioni a stampa prodotte ad Augusta, Amsterdam e Bologna, favorì la fama internazionale di cui Torelli godette, testimoniata dalla prima storiografia musicale (Burney, Quantz, Walther, Hiller), e che fu spesso negata ai suoi contemporanei.
Valeria Mannoia, dopo aver completato gli studi in Lettere, Violino Barocco e Musicologia, ha conseguito il dottorato presso il Dip. di Musicologia e beni culturali (Unipv) sotto la tutela del prof. Tibaldi. È docente a contratto di Storia della musica presso lo stesso dipartimento. I suoi interessi spaziano dagli studi sulla ricezione alla prassi strumentale storicamente informata. Prosegue i suoi studi con un assegno di ricerca su La ricezione della musica sacra italiana nelle stampe delle Fiandre del Seicento.
10:30 Francesco Finocchiaro
I Concerti accademici dell’Accademico Formato (1708). Esperimenti di nuova musica in margine alla Scuola Bolognese
Nel 1708, l’editore Peri in Bologna diede alle stampe otto “Concerti accademici à quattro, cioè un’oboè, due Violini, e violone, con la parte per il Cembalo, consecrati all’Illustrissimo Signore Carlo da Persico” (I-Bc V.35). Gli otto Concerti furono pubblicati come opera quarta di un tale Accademico Formato, pseudonimo sotto cui si celerebbe il violinista e compositore Francisco José de Castro (1670-1730 ca.), nativo di Siviglia, ma attivo in Italia Settentrionale agli inizi del XVIII secolo.
I concerti sono detti «accademici», una dicitura che – spiega l’autore nella prefazione alla raccolta – è da porre in relazione a specifiche modalità esecutive. La presenza di uno o più strumenti a fiato – l’oboe concertante (in tutti e otto), la tromba in sua vece (nel terzo e settimo concerto), o entrambi (nell’ottavo, da suonarsi «a cinque») – comporta la necessità di suonare i concerti «con molteplicità di Strumenti ad Arco», onde bilanciare il volume sonoro del ripieno. Nella citata prefazione, l’autore spiega inoltre di aver dovuto prediligere poche tonalità (Re maggiore, Do maggiore) perché più agevoli per l’oboe.
Il confronto tre le peculiarità di scrittura dei Concerti accademici di José de Castro con quelle dei coevi concerti con oboe e tromba di Scuola Bolognese, segnatamente di mano torelliana, permetterà di evidenziare il graduale emergere di una scrittura idiomatica per lo strumento ad ancia.
Francesco Finocchiaro è oboista e ricercatore in musicologia nell’Università Statale di Milano. Membro dell’IMS, IAML, del Saggiatore musicale e presidente di Athena Musica, si è occupato principalmente dei rapporti fra composizione, teoria ed estetica nel Novecento. Tra le sue aree di ricerca privilegiate vi è anche la musica strumentale fra Sei e Settecento, con un focus sulla scuola bolognese.
11:00 Alfredo Bernardini
Pietro Ludovico Bettinozzi, compagno d’avventura di Torelli
In un appunto padre Martini riferisce che Giuseppe Torelli, nel 1701, tornando dal suo soggiorno in Germania, riportò con sé l’amico Pietro Lodovico Bettinozzi (morto nel 1742), violinista, che là aveva imparato a suonare anche flauto, oboe e fagotto. Solo a partire da questa data, infatti, Torelli, Perti e altri compositori úsicasi incominciarono a scrivere un consistente numero di musiche vocali e strumentali con parti di oboi. In queste partiture gli oboi dialogano quasi sempre con le trombe e le loro linee melodiche sono semplici, cosa che induce a credere che alcune capacità espressive dell’oboe fossero ancora inesplorate. Di Bettinozzi si conoscono oggi diverse composizioni, tra cui due interessanti concerti che includono l’oboe come strumento solista.
Alfredo Bernardini è nato a Roma ed ha studiato oboe barocco e musica antica in Olanda. È stato membro e solista di orchestre barocche di tutto il mondo. Nel 1989 fonda l’ensemble Zefiro. Ha insegnato per 22 anni al conservatorio di Amsterdam, poi all’ESMUC di Barcellona. Dal 2015 ad oggi è professore presso l’università Mozarteum di Salisburgo.
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12:00 Federico Lanzellotti
Arie con violino concertante al tempo di Torelli: strategie compositive e prassi strumentali
L’aria «Ricercate, o mie speranze» di Giuseppe Torelli, inserita nell’Amazone Corsara overo L’Alvilda, regina de’ Goti (Bologna, 1688) di Perti, è uno dei più noti e intriganti esempi di aria con violino concertante del tardo Seicento (I-MOe, Mus. G. 249). L’aria non è l’unica scritta da Torelli e rientra fra le numerose con violino obbligato che tra Sei e Settecento trovarono posto in drammi per musica, oratorî e serenate. Molto adoperate dagli autori di formazione o frequentazione bolognese (tra cui Domenico Gabrielli e Giovanni Bononcini), le arie concertanti ebbero notevole diffusione in alcune aree nella Penisola e durante gli anni del soggiorno torelliano furono esportate a Vienna e in area mitteleuropea.
L’intervento offre una prima riflessione sull’utilizzo del violino nella musica vocale di Torelli e al tempo stesso un riesame di alcuni aspetti della prassi esecutiva e della scrittura violinistica, attraverso confronti specifici con la produzione solistica e a due a stampa e manoscritta e con arie concertanti di compositori coevi, attivi nelle piazze musicali da lui frequentate. Ciò permetterà di evidenziare ricorrenti espedienti drammaturgico-compositivi e importanti analogie formali e scritturali col repertorio violinistico del tempo e con le opere di autori quali Martino Bitti, Carlo Ambrogio Lonati, Heinrich Ignaz Franz von Biber e Johann Westhoff.
Attraverso l’analisi drammaturgica, compositiva e della prassi strumentale si offriranno, inoltre, nuovi approcci allo studio e alla trasmissione della musica vocale con parti violinistiche obbligate e alla figura di Torelli, violinista e compositore a tutto tondo.
Federico Lanzellotti ha conseguito il dottorato all’Università di Bologna e all’Universidad Complutense di Madrid, Federico Lanzellotti è attualmente assegnista di ricerca all’Università di Padova. È coinvolto nell’edizione degli opera omnia di G. Bononcini e di G. Tartini. Diplomato in pianoforte e in tastiere storiche.
12:30 Simone Laghi
Concerti e Sinfonie per archi a 4 e 5 parti nella Bologna di inizio ‘700
La produzione musicale Bolognese a cavallo fra ‘600 e ‘700 novera numerose raccolte strumentali dedicate ad ensemble di archi, con o senza violino solista, con una sola viola ma sovente con due taglie di viole. Oltre a Torelli si possono citare raccolte di autori come Motta, Iacchini, Albergati Capacelli, Aldrovandini, Vannini, Alberti ed altri che testimoniano una notevole attenzione per questo tipo di repertorio, suonato anche da gruppi musicali di ampie dimensioni nei cortili e nelle sale dei palazzi della città, sulla falsariga di ciò che accadeva proprio negli stessi anni a Roma sotto la direzione un celebre musicista che nell’ambiente bolognese si era formato, Arcangelo Corelli. La presenza di numerose collezioni a stampa testimonia indubbiamente uno spiccato interesse commerciale che travalica i confini geografici dell’area bolognese ed evidenzia la rinomanza di questo repertorio strumentale in ambito continentale presso le più importanti città e corti europee.
L’intervento intende presentare in maniera per quanto possibile esaustiva le fonti relative a questo repertorio, con particolare riferimento alle raccolte a stampa prodotte nelle città di Bologna e Modena fra il 1680 ed il 1710: verranno analizzate le tipologie di composizione più frequenti, le caratteristiche di esse e degli organici prescritti, anche facendo riferimento ove possibile a notizie d’archivio relative ai luoghi ed alle modalità d’esecuzione.
Simone Laghi è diplomato in viola e violino barocco, si interessa in particolar modo alla genesi ed all’evoluzione del repertorio per quartetto d’archi, curando edizioni critiche di vari autori italiani del ‘700. Nel 2017 ha ottenuto un PhD in musicologia all'Università di Cardiff (UK) e dal 2021 è docente di Storia della Musica e Musica d’Insieme per strumenti ad arco presso vari Conservatori.
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Domenica 1 ottobre 2023
11:00 Museo Internazionale e Biblioteca della Musica di Bologna, Concerto da camera di musiche bolognesi a cura degli studenti del dipartimento di Musica Antica del Conservatorio
& successiva visita guidata al museo
15:00 Museo di San Colombano (Collezione Tagliavini), Concerto da camera di musiche bolognesi a cura degli studenti del dipartimento di Musica Antica del Conservatorio
& successiva visita guidata al museo
Lunedì 2 ottobre 2023
11:00 Teatro Mazzacorati (1763), Concerto da camera di musiche bolognesi a cura degli studenti del dipartimento di Musica Antica del Conservatorio
& successiva visita guidata al teatro
16:00 Conservatorio «G.B. Martini», Sala Bossi, Conferenza di Marc Vanscheeuwijck:
La musica a Bologna ai tempi di Torelli
Giuseppe Torelli
e la musica del suo tempo a Bologna
Programma dei concerti da camera
Giuseppe Torelli(1658-1709):
Perfidia per due violini A.3.3.1 [GieT 65.Re]
Adagio - Allegro
(Archivio Musicale di San Petronio, ms. T.2.22)
Sinfonia à tre A.6.1.4 [GieT 125.Re] op.V n.5
Adagio - Allegro - Adagio - Allegro - Largo - Allegro
(Sinfonie à tre e Concerti à quattro op.V, Bologna 1692)
Giovanni Maria Bononcini(1642-1678):
Allemanda à 4
Gigha à 4
(Varii fiori del giardino musicale op.III, Bologna 1669)
Brando, e Corente in stil francese à 4 da Ballo
Prima parte - Seconda parte - Terza parte - Quarta parte: Gavotta - Corente
(Sonate da camera, e da ballo op.II, Venetia 1667)
Giuseppe Torelli:
Sonata II in re minore A.4.1.9 per violino e b.c.
Allegro - Corrente
(Sonate à Violino e Violoncello di vari autori, Buffagnotti, Bologna ca. 1695)
Tomaso Antonio Vitali(1663-1745):
Concerto à quattro (1703)
Grave - Andante - Allegro - Grave - Allegro assai
(Roma, Biblioteca Vaticana, Fondo Barberini, ms. Barb.Lat. 4231)
Giuseppe Torelli:
Sonata à 5 con tromba A.2.2.6 (GieT 6.Re)
Vivace - Adagio - Largo - Allegro
(Archivio Musicale di San Petronio, ms. T.3.2.4)
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Julia Kim, violino
Gilberto Ceranto junior, violino
Agostino Attianese, violino
Darya Filippenko, viola
Viola Mattioni, violoncello
Giovana Ceranto, clavicembalo
Cèsar Navarro Escarabajal, tromba storica